Creazione, peccato e fede

La Genesi è ricchissima di eventi e racconti che hanno dell'incredibile agli occhi del lettore. In questo breve articolo vogliamo considerare due eventi particolari analizzandoli brevemente: la creazione e il diluvio universale.

«Nel principio Dio creò il cielo e la terra». 
(Genesi 1:1)

È una delle affermazioni più profonde che siano mai state fatte, e certamente una delle più contestate ai giorni nostri. Questo versetto è tutto ciò che sappiamo del momento della creazione, se si eccettua il racconto successivo della creazione dell'uomo e degli animali. Sono poche parole che racchiudono la storia della creazione, un racconto davvero condensato. Notiamo che Dio ci ha lasciato una "edizione ridotta" del racconto, così ci sorgono subito alcune domande: che cosa aveva in mente? Qual era lo scopo dell'autore? Aveva forse intenzione di tenere una lezione di geologia? Due gruppi estremi hanno creato confusione sul problema. Il primo gruppo comprende quegli scienziati che presumono che l'evoluzione biologica e filosofica siano l'unica verità. Il secondo gruppo comprende alcuni teologi che presumono di sapere tutto quello che Dio ha fatto. Se vogliamo attenerci ad una lettura biblica, suggeriamo una riflessione che ci viene da una domanda che Dio rivolse a Giobbe:

«Dove eri tu quando io gettavo le fondamenta della terra? Dillo se hai tanta intelligenza».
(Giobbe 38:4)

Il racconto della creazione di Genesi 1:1 deve essere accettato per fede. È interessante che Dio abbia scelto la fede come unico modo per accettare la creazione; leggiamo a tal proposito ciò che dice lo scrittore della Lettera agli Ebrei:

«Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.
Infatti per essa fu resa buona testimonianza agli antichi. Per fede comprendiamo che i mondi sono stati creati dalla parola di Dio;
così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti».   
(Ebrei 11:1-3)

Mosè è stato lo strumento umano usato da Dio per scrivere il libro della Genesi e non l'ha scritto con l'intenzione di fare un resoconto scientifico. L'apostolo Paolo ci rivela lo scopo di tutta la Bibbia:

«Ogni scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia,
perchè l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona».
 
(2 Timoteo 3:16-17)

Passiamo ora a leggere i versetti 26 e 27 di questo primo capitolo della Genesi:

«Poi Dio disse: “Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza,
e abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.
Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina».
(Genesi 1:26-27)

Dio ha creato l'uomo a Sua immagine e siccome è un Essere vivente, ha trasmesso una vera personalità all'uomo, dandogli un'anima immortale.

Inoltre l'uomo è un essere cosciente, ha capacità di libera scelta e possiede una responsabilità morale definita, in questo senso riflette l'immagine di Dio.

La Parola di Dio ci dice anche che Dio ha creato l'uomo in questo universo per avere compagnia, Egli voleva avere comunione con l'umanità e per questo creò un essere moralmente libero. Dio avrebbe potuto fare una serie di robot, degli uomini meccanici che si sarebbero inchinati per adorarLo a comando. Ma Dio non voleva questo tipo di uomo, voleva un essere umano in grado di sceglierlo, amarlo e servirlo liberamente. Sappiamo però che, ad un certo punto, si verifica un evento: la caduta dell’uomo nel peccato. Nella caduta furono trascinati il regno animale (la tentazione venne dal serpente), il regno vegetale (oggetto della tentazione il frutto proibito), e il regno umano, con Adamo ed Eva che furono entrambi coinvolti. Il primo peccato separò l’uomo da Dio, il secondo, come è narrato nella storia di Caino ed Abele, separò l’uomo dall’uomo. Cristo è venuto a restaurare, mediante l’opera della croce, entrambi questi due rapporti infranti. Il grande evento successivo alla caduta dell’uomo è l’arrivo del diluvio e la fine di quella generazione, caratterizzata dalla violenza e dalla corruzione.

Ricordiamo che, in quell'occasione, Dio fece in modo che si salvasse una famiglia umana e dei rappresentanti delle varie specie animali, incaricando  Noè di costruire una barca enorme, l'arca. Innanzi tutto, riflettiamo sul primo versetto del capitolo 7:

«Il SIGNORE disse a Noè: “Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ho visto che sei giusto davanti a me, in questa generazione».
(Genesi 7:1)

Perché Noè era giusto davanti a Dio? Era giusto perchè aveva fede, proprio come Abramo che, più avanti nella Bibbia, venne considerato giusto per la sua fede. Di lui si dice:

«Egli credette al Signore, che gli contò questo come giustizia».
(Genesi 15:6)

Anche Noè credeva in Dio e in quello che Egli gli diceva e ciò gli venne contato come giustizia: in Ebrei 11:7 è scritto «Per fede Noè ... preparò l’arca».

Questa è la ragione per cui Dio lo salvò e la salvezza è alla portata di tutti... basta credere e fidarsi di Dio.

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