Salmi

19 salmi

L’Antico Testamento è pieno di poesia e di cantici: condottieri come Mosè, Debora e Barak celebrarono le loro vittorie con dei canti, persone comuni come Anna, la mamma di Samuele, e molti profeti della storia d’Israele misero in risalto con un cantico le loro esperienze più importanti. Non ci deve sorprendere che una fede come quella ebraica abbia ispirato una raccolta di Salmi.

Il titolo ebraico per questo libro è “Tehillim”, che significa “canti di lode”. La traduzione greca “Psalmoi”, da cui deriva il nostro “Salmi”, significa letteralmente “canti da accompagnarsi con strumenti a corda”, e le indicazioni che lasciano trasparire che dovessero essere cantati con accompagnamento sono molteplici. Tutti questi canti sono stati scritti in un arco di tempo di circa nove secoli, dall'epoca di Mosè al ritorno dell'esilio babilonese.

Questi “canti” furono composti da diversi autori.
Il nome di Davide ricorre in 73 titoli, quello di Asaf in 12, dei discendenti di Core (probabilmente musicisti esecutori appartenenti a questa famiglia) contiamo 11 composizioni. Troviamo poi altri nomi come Mosè, Salomone, Eman ed Etan.
Molti salmi sono anonimi, anche se c’è chi ritiene che alcuni di questi siano stati scritti dal re Davide.

Possiamo poi suddivedere i Salmi in salmi messianici, cioè che si riferiscono alla futura venuta del Messia e la preannunciano, salmi storici, salmi di preghiera, nei quali si trovano inviti a confessare i peccati e chiedere perdono a Dio o dove predomina l'adorazione.
I salmi che vanno dal 120 al 134 possono essere definiti come salmi di pellegrinaggio, che si ritiene fossero composti per essere cantati lungo la strada verso Gerusalemme, durante le principali feste annuali.
Ci sono poi 7 salmi detti alfabetici (25, 34, 37, 111, 112, 119, 145): si tratta di quei salmi che, nell’originale, cominciavano con la prima lettera dell’alfabeto ebraico e in cui ciascuna strofa cominciava con una successiva lettera dell’alfabeto. È come se in italiano al primo verso mettessimo una parola con la lettera a, al secondo verso una parola con la lettera b, al terzo una parola con la c, e così via. Questa forma letteraria aiutava la memorizzazione del testo.

È impossibile fare un breve riassunto del libro perché ogni salmo ha una storia a sé stante. Possiamo però sottolineare alcuni aspetti.
Prima di tutto, in gran parte dei Salmi l'attenzione è focalizzata su Dio e sul suo carattere: i Salmi sono un concentrato di teologia di profondità immensa. Essi infatti affermano che Dio è il Creatore (8:104), colui che ha il controllo su tutto in quanto Sovrano (29; 96-99). La rettitudine del suo governo (11; 75) si manifesta con la sua grandezza e benevolenza (146). La bontà di Dio (34) è inseparabile dalla sua santità (103), di cui l’altra faccia è rappresentata dalla sua ira (38); Dio è il pastore che si cura delle sue pecore (23)...  tutti questi temi saranno ripresi poi nel Nuovo Testamento da Gesù in persona prima e dai suoi discepoli poi.
In secondo luogo, alcuni salmi sono vere e proprie profezie sulla venuta di Gesù. Citiamo il 118 che contiene una predizione molto dettagliata della sofferenza di Cristo sul Calvario. Ce ne sono 18 che possono essere considerati come “salmi messianici”, perché parlano in modo particolare delle sofferenze del Messia, il Salvatore, e della sua gloria dopo la croce. Ecco l'elenco completo: 2, 8, 16, 22, 23, 24, 40, 41, 45, 68, 69, 72, 87, 89, 97, 102, 110, 118.
Queste frequenti allusioni sono importanti da rilevare perché mostrano come anche il libro dei Salmi annunci la venuta del Messia, il vero unto di Dio, Gesù Cristo.

 

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