Per comprendere chiaramente una lettera è utile sapere qualcosa del suo autore. Vi invitiamo a leggere questo breve approfondimento sull'apostolo Paolo
Per quanto riguarda la data e il luogo di composizione, gli studiosi sono concordi nell’indicare che Paolo abbia scritto intorno al 58 d. C. nella città di Corinto, durante il suo terzo viaggio missionario.

A Roma si era formata abbastanza presto una comunità cristiana, composta da credenti sia ebrei sia di origine pagana. La Bibbia non ci dice come il messaggio del Vangelo sia arrivato nella capitale dell’Impero. Molto probabilmente ci fu qualche ebreo residente a Roma che si era convertito in conseguenza alla predicazione apostolica avvenuta il giorno di Pentecoste. Ricordiamo che per le grandi feste ebraiche gli appartenenti a questo popolo erano soliti venire a Gerusalemme per poi ritornare alle loro città. Paolo aveva ricevuto notizie della comunità romana dai cristiani Aquila e Priscilla i quali, come tutti gli altri ebrei, furono espulsi da Roma dall’imperatore Claudio. Al termine del suo terzo viaggio missionario, verso l’anno 58, Paolo cominciò a pianificare di recarsi in Spagna, includendo una visita a Roma, come leggiamo nell’ultimo capitolo di questa lettera (15:23).

Ma per quale motivo Paolo scrisse ai cristiani che vivevano a Roma?
In primo luogo desiderava conoscere i credenti di Roma (1:13) e annunciare il Vangelo anche in quella città (1:12). È probabile pure che sperasse di poter avere aiuto dalle chiese di Roma per la sua progettata missione in Spagna.

Nei primi 5 capitoli, Paolo affronta l’argomento dell’universalità del peccato: tutti hanno peccato, ma Dio giustifica ogni uomo per la fede che egli mette in Gesù Cristo, e non per le opere che compie. Siamo stati riconciliati con Dio grazie al sacrificio di Cristo, la condanna che pendeva sulle nostre teste si è abbattuta su Gesù: Lui ha pagato al posto nostro e noi, se accettiamo questo “scambio”, possiamo ricevere grazia. Questo è il messaggio del Vangelo!
Al capitolo 6, Paolo spiega che la grazia di Dio non autorizza il credente a vivere nel peccato, cioè in contrasto con ciò che piace a Dio; anzi, chi crede in Cristo è una nuova creatura e, in quanto tale, si comporterà in maniera coerente con la sua nuova posizione: questo processo viene chiamato santificazione.
Al capitolo 7, l'apostolo chiarisce il ruolo della legge mosaica, che fu data da Dio al popolo di Israele per far comprendere all'uomo la sua incapacità di osservarla e di “santificarsi” attraverso di essa. Gesù fu l'unico uomo in grado di osservarla in ogni suo aspetto.
Così arriviamo al capitolo 8, dove Paolo introduce il tema della guida dello Spirito Santo nella vita del credente.
I capitoli da 9 a 11 si riferiscono a Israele, il popolo depositario delle promesse divine. L’allontanamento d’Israele dalla presenza di Dio è temporaneo, ma verranno i giorni in cui tutto Israele sarà salvato (v. 26).
Dal capitolo 12 fino alla fine della lettera, l’apostolo tratta dei vari aspetti della vita cristiana: i cristiani devono amarsi a vicenda, rispettare le autorità costituite, devono aiutare chi è debole nella fede, ricercando la pace e l’edificazione reciproca.
Il capitolo 16 si conclude con i saluti.

La lettura di questa lettera non sempre risulta semplice, perché Paolo tocca aspetti dottrinali di estrema importanza e profondità: al suo interno ci sono perle di inestimabile valore per la vita di tutti coloro che desiderano avvicinarsi a Dio e camminare con Lui.

 

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