Il nome Sofonia in ebraico significa: "Il Signore ha protetto, ha nascosto", nel senso di “custodito”. Contrariamente agli altri profeti, che di solito menzionano solo il padre, Sofonia fa risalire i suoi progenitori fino alla quarta generazione,informandocidi essere diretto discendente di un Ezechia che potrebbe essere stato il re di Giuda (ma non si hanno certezze su questo). Le circostanze in cui Sofonia fu chiamato a profetizzare erano al tempo stesso pericolose e incoraggianti. Durante il lungo regno di Manasse (il cattivo figlio del buon re Ezechia che regnò fra il 696 e il 642 a.C.), lo stato morale e religioso di Giuda si era tristemente deteriorato. Sebbene godesse di una certa indipendenza, il regno di Giuda era a tutti gli effetti un suddito dell’impero assiro. Manasse si era opposto al risveglio religioso che aveva caratterizzato il regno di suo padre. Aveva riedificato gli altari che Ezechia aveva abbattuto e restaurato il culto legato al dio Baal, così superstizione, adorazione degli astri e sacrifici umani erano entrati a fare parte della vita religiosa. Ci fu però una svolta nella vita di Manasse: prima di morire, infatti, egli si pentì di questo suo atteggiamento e «si umiliò profondamente davanti al Dio dei suoi padri» (2 Cronache 33:12-19). Il figlio Amon gli succedette al trono. Nel suo breve regno, durato appena due anni, non mostrò nessun desiderio di respingere l’idolatria che si era radicata durante il regno di suo padre, ed infine, i suoi servitori organizzarono una congiura, assassinandolo nel palazzo reale (2 Re 21:19-24). È evidente che le cattive attitudini di questi due regni non avevano ottenuto il sostegno di tutto il popolo. Ancora una volta una minoranza non si era piegata alla malvagità dei propri re, sperava in tempi migliori e lavorava in vista di essi. Quando Giosia, figlio di Amon, ascese al trono nel 640 a.C., c’erano alcuni che non si erano dati all'idolatria, così Sofonia e il re Giosia riuscirono a guidare il popolo verso una riforma religiosa. Per l’atmosfera che si respira nel libro, si può pensare che Sofonia abbia profetizzato durante il primo periodo del regno di Giosia, quello cioè che precede la riforma. È possibile che Sofonia risiedesse a Gerusalemme, come si può dedurre dai precisi riferimenti a specifiche zone della città, riferimenti che potevano essere possibili soltanto da chi la conosceva bene (cfr. 1:4,10,11,12). Tra le vie della capitale, egli osserva gente che ricorre alla violenza ed alla frode, che pratica l’idolatria e mostra scetticismo nei confronti di Dio. Dunque un tempo di degrado religioso, morale e sociale. Sofonia viene chiamato da Dio ad avvertire il popolo riguardo al giudizio che si sarebbe abbattuto su di loro e ad incoraggiare quella minoranza che, pur subendo oppressione e maltrattamenti, non aveva rinnegato il Signore, e lo fa usando un linguaggio incisivo, toccante, caratterizzato da immagini vivaci.

Nel testo si possono distinguere tre temi principali. Al capitolo 1 è preannunciato il giudizio, che sarà terribile e universale; al capitolo 2 il ravvedimento è indicato come sola via di salvezza; al capitolo 3 troviamo una nota di speranza: al giudizio seguirà la benedizione. La sezione del capitolo 3 dai versetti 9 al 20 è diversa da ciò che precede. È come la calma dopo la tempesta; Sofonia prevede i giudizi che cadranno sul regno di Giuda e annuncia che avranno un effetto benefico: il popolo di Dio diventerà oggetto di lode fra le nazioni (versetti 19-20), le quali invocheranno il Signore (3:9).

Sofonia, insieme agli altri profeti dell’Antico Testamento, ci trasmette l'eterno messaggio di Dio, cioè la notizia che Dio vuole salvare il suo popolo e tutti coloro che lo invocheranno. Il Vangelo getta maggiore luce su questo messaggio e scopriamo che la salvezza a noi offerta è costata tanto a Dio. Nel Vangelo di Giovanni, leggiamo che Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unico Figlio. Un prezzo così alto deve farci riflettere su quanto Dio sia interessato alla nostra salvezza. Per usare le parole di Sofonia, possiamo dire che Egli ci mette tutta la sua potenza. Sentiamo la toccante descrizione che ci offre il nostro profeta: «Il SIGNORE, il tuo Dio, è in mezzo a te come un potente che salva», e poi aggiunge: «egli si rallegrerà con gran gioia per causa tua;si acquieterà nel suo amore, esulterà, per causa tua, con grida di gioia» (Sofonia 3:17).

È straordinario come Sofonia riesca a cogliere i profondi sentimenti di Dio nei confronti di coloro che vuole salvare. È vero, c’è sofferenza nel donare il Figlio, ma il Signore guarda ai risultati e gioisce. Nonostante i nostri peccati siano innumerevoli e ci rendano indegni, Dio desidera salvarci. Sofonia dichiara: «Il SIGNORE ha revocato le sue condanne contro di te» (3:15) e il Vangelo ci ricorda che la condanna è stata annullata perché Gesù Cristo ha preso il nostro posto.

Forse senti Dio troppo lontano, ma Sofonia dice: «Il SIGNORE, il tuo Dio, è in mezzo a te», cioè, egli è tra coloro che si rivolgono a lui per ricevere la salvezza.

Sofonia ci coinvolge nel suo entusiasmo e ci fa conoscere l’interesse che Dio ha per noi. Dio si interessa delle nostre ferite, dei nostri problemi, delle nostre sofferenze : «…salverò la pecora che zoppica, raccoglierò quella che è stata cacciata via» (Sofonia 3:19).

Possiamo effettivamente chiederci perché Dio ci ami tanto, visto che in tutta la Bibbia è evidente la nostra indegnità. Noi lo disonoriamo continuamente, spesso siamo indifferenti al suo messaggio, dubitiamo della sua esistenza, altre volte imprechiamo contro di Lui, urlando tutta la nostra rabbia...

Ma Sofonia ci mostra un Dio potente che gioisce nel salvare i peccatori!

Il Vangelo non è altro che questa Buona Notizia, preannunciata dai profeti e adempiutasi nella persona di Gesù Cristo. Egli ha aperto una strada per poter arrivare alla presenza di Dio e godere della sua gioia.Dio non era obbligato ad agire così nei nostri confronti. Tuttavia, egli ha visto la nostra necessità, ci ha provveduto la salvezza attraverso Cristo, mostrando in tal modo la grandezza della sua bontà. Il Signore offre la sua grazia: chi la rifiuta ne è escluso, ma chi la riceve può gioire nella gioia di Dio.

Al centro del messaggio del Vangelo c’è la grazia di Dio, cioè il fatto che Egli ci viene incontro con il suo favore. Nessuno può dire che è un messaggio che non lo riguarda», perché la Buona Notizia è rivolta a tutti. Tutti hanno bisogno di salvezza.

 

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Pubblicato in bibbia
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