Il pesce di Giona e la tomba di Cristo

L’episodio del pesce che prima ingoia il profeta Giona e poi lo rigurgita su una spiaggia, potrebbe far sorridere e farci pensare che la storia narrata nel libro di Giona sia un racconto fantastico.
Ci si chiede come si possa credere che un grande pesce abbia potuto ingoiare Giona e vomitarlo dopo tre giorni. Ma Gesù lo considerava, senza nessun equivoco, un evento storico (Vangelo secondo Matteo, capitolo 12, versetti 39-41) e conferma più volte l’autenticità di questo libro così contestato.

Egli citò la storia del pesce come un “segno” della sua resurrezione. Come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così Gesù poi sarebbe stato nel sepolcro tre giorni e tre notti, prima della resurrezione. Se ci rifiutiamo di credere al segno del pesce, non dovremmo neanche credere al fatto della resurrezione. Ma la Bibbia rivela l'onnipotenza di Dio che, appunto, può tutto, sia chiedere ad un grosso pesce di ingoiare un suo profeta e vomitarlo sulla spiaggia più vicina alla città dove avrebbe dovuto predicare, sia resuscitare Cristo e sconfiggere la morte.

L’evento veramente straordinario che troviamo nel libro di Giona è che un’intera città si convertì grazie all'annuncio della misericordia di Dio.
La stessa misericordia divina, attraverso la morte e la resurrezione di Cristo, si manifesta da duemila anni, verso tutti coloro che si pentono, sì, ma che tuttavia non meriterebbero il perdono.

Giona è l’unico profeta dell’Antico Testamento al quale Gesù si è direttamente paragonato. Entrambi provenivano dalla Galilea e Giona era un precursore della missione che Gesù è venuto a compiere; la missione di Giona era un segno della grazia divina offerta anche ai pagani. Giaffa, conosciuta anche come Ioppe, la città da cui Giona si imbarcò per non andare a predicare ad un’altra nazione, fu il luogo scelto da Dio, circa ottocento anni dopo, per dire a Pietro che il Vangelo della grazia era rivolto anche agli uomini e alle donne di altre nazioni (come si può leggere nel libro degli Atti degli apostoli al capitolo 10).

Il Signore si è sempre interessato di tutti i popoli. Gesù è il Salvatore del mondo, nessuno escluso:

«Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato»
(Lettera ai Romani 10:13, citazione di Gioele 2:32).

La storia raccontata nel libro di Giona ci fa comprendere come Dio si sia sempre interessato di tutti, non solo del popolo di Israele, come il Nuovo Testamento poi avrebbe confermato in modo chiaro e inequivocabile. Il messaggio di salvezza è rivolto indistintamente a tutti, anche a voi.

Siete pronti a cogliere l'opportunità che Dio vi sta dando?

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