Le offerte nel Levitico

In Levitico troviamo tutta una serie di prescrizioni riguardanti i sacrifici da offrire nel santuario, situazioni che ai nostri occhi risultano cruente, ma che erano figure della morte di Gesù sulla croce.


Gli animali che potevano essere sacrificati in olocausto erano: vitelli, pecore, capri, tortore e piccioni. In questo tipo di sacrificio, l’animale veniva completamente bruciato. Colui che offriva il sacrificio indicava in questo modo l’offerta totale di se stesso a Dio.
Le oblazioni erano costituite da fior di farina o focacce senza lievito. Un pugno di farina o un pezzo di focaccia veniva bruciato ed il resto era per i sacerdoti.
Per i sacrifici di riconoscenza, venivano offerti bovini, pecore o capri. Il grasso veniva bruciato e il resto veniva mangiato dai sacerdoti e dagli offerenti.
Poi esistevano diversi sacrifici per diversi tipi di peccato. Il sangue versato permetteva al peccatore di ristabilire la comunione con Dio.

È utile approfondire il concetto di sangue nel Levitico, un libro nel quale la parola “sangue” è rintracciabile in quasi ogni capitolo. La troviamo ben 88 volte, e circa 50 volte in relazione ai sacrifici. Il sangue assume un carattere sacro di importanza eccezionale nelle liturgie di espiazione, perché è proprio esso che cancella la colpa. In Levitico 17:11 troviamo:

«Poiché la vita della carne è nel sangue. Per questo vi ho ordinato di porlo sull'altare per fare l'espiazione per le vostre persone; perché il sangue è quello che fa l'espiazione, per mezzo della vita».

L’espiazione indica una copertura del peccato, che può essere coperto, nel senso di perdonato, solo attraverso un sacrificio offerto da un sacerdote, un mediatore, secondo le precise disposizioni di Dio.
Con questo rito, era come se il sacerdote dicesse a Dio: «L’uomo (o il popolo) che rappresento sarebbe dovuto morire a causa del suo peccato. Ma questo sangue prova che al suo posto è stata offerta una vittima. La tua legge è soddisfatta. Voglia tu dunque perdonare secondo la tua promessa.»

Le parole del Salmo 32:1 rendono ancora più chiaro il concetto:

«Beato l'uomo a cui la trasgressione è perdonata, e il cui peccato è coperto!»


Secondo la lettera agli Ebrei, i sacrifici offerti sull’altare costituivano la prefigurazione del grande sacrificio compiuto da Gesù Cristo sulla croce.
Per Gesù, completamente innocente, espiare ha significato patire la pena meritata da altri.
Per noi, l'espiazione di Cristo significa riconciliazione con Dio, perchè Dio, per mezzo del sangue di Gesù che è stato sparso per noi, ci perdona ogni peccato.

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